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La valigia e il Sogno. Lo PsicoAperitivo e le sue ideatrici

2020-07-04 13:04

Alessandro Gullotta

La valigia e il Sogno. Lo PsicoAperitivo e le sue ideatrici

Oggi vi intervisto Elisabetta, Cristina e Silvia, le ideatrici dello PsicoAperitivo Torinese, che hanno scoperto una modo per diffondere una cultura psicologica

La valigia e il sogno

Lo PsicoAperitivo e le sue ideatrici

Oggi mi prendo un po di tempo per parlarvi di qualcosa in modo diverso, vi intervisto un pezzetto di Torino e per “la prima volta” di questa esperienza di valigie e di sogni ho scelto di giocarmi un raffinatissimo mise en miroir, un dialogo aperto con qualcuno chi ci ha fatto scoprire, ormai da tantissimo tempo, pezzetti di una Torino che davvero vale, attraverso uno spazio che è diventato ormai un rito per questa città: per chi fa il mio mestiere e anche per tutti gli altri.

Oggi vi intervisto Elisabetta, Cristina e Silvia, le ideatrici dello PsicoAperitivo Torinese, che da molto tempo prima di me hanno scoperto una maniera per connettere un modo di pensare psicologico alle realtà e alle tematiche del quotidiano e dell’universo, proponendo discussioni sempre aperte, sempre nuove.

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Una all-female band della psicologia

Faccio una chiaccherata innanzi tutto con tre colleghe, psicologhe-psicoterapeute. 

Elisabetta Vaira, psicoterapeuta a orientamento Junghiano, Silvia Tedone specialista in psicoterapia psicoanalitica e Cristina Comeglio, sistemico relazionale. 

Tre orientamenti teorici differenti, racconta Elisabetta, ma legati da un’interpretazione complessa della psiche e dei suoi movimenti. 

Elisabetta, Silvia e Cristina si sono conosciute fra tirocini e università e poi - diventate professioniste - hanno condiviso l’idea dello PsicoAperitivo. Formazioni e approcci diversi ma in connessione, hanno permesso lo sviluppo di ogni idea, sempre ampliata e rimodellata, arricchita in tutte le sue parti. 

<<Anche i nostri caratteri sono lo specchio di ciò che abbiamo scelto di approfondire nei nostri studi di specializzazione>>. Elisabetta parla di una vera e propria alchimia, che ha permesso la nascita e la crescita di questo bellissimo progetto.

 

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Ma cos'è lo PsicoAperitivo?

<<Potremmo definire lo Psicoaperitivo come un contenitore entro cui diversi saperi possono dialogare ed offrire spunti di riflessione e nuovi incontri>> racconta Cristina Comeglio, rilevando la curiosità dei “non addetti ai lavori” rispetto ai temi della psicologia e le loro connessioni con qualsiasi esperienza quotidiana.

Si perché l’idea dello PsicoAperitivo nasce proprio con l’obiettivo di offrire un momento di cultura psicologica, orientato a diffondere l’idea di una psicologia in dialogo con altri campi del sapere e -allo stesso tempo- a chiarire la necessità di una preparazione approfondita e specifica per affrontare determinati temi o argomenti. <<Non tutti gli psicologi possono parlare di tutto>> dice Cristina, tracciando i lineamenti di un’ostinata tuttologia e genericità psicologica. Ogni domanda ha bisogno di una riflessione colta e consapevole, complessa e mai riduttiva.

 

Quale funzione nell'universo per lo PsicoAperitivo

Delinearla è arduo. Forse possono conoscerla gli avventori più affezionati che -ogni mese- partecipano all’evento e seguono i viaggi d’avventura dello PsicoAperitivo.

Elisabetta però ci aiuta a interpretarlo come un momento conviviale diverso dai soliti eventi di aggregazione. << Gli amici possono venire insieme non solo per passare un momento di relax, ma anche per approfondire qualcosa che gli interessa e avere l'opportunità di coltivare e sviluppare insieme quell’interesse successivamente>>. Elisabetta approfondisce una dimensione essenziale, ovvero quella dell’apertura culturale come ingrediente fondamentale nella relazione tra le persone.

E inoltre l’opportunità da parte del pubblico, sempre vario, di osservare come avviene un dialogo psicologico, l’approfondimento e l’associazione di temi diversi a tratti insoliti e scivolosi. I tarocchi, la stregoneria, l’aggressività femminile sono solo alcuni degli argomenti portati -nel corso di questi ultimi quattro anni- sul palco del club torinese BlahBlah, nome evocativo dello scenario in cui questa esperienza si svolge.

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Il “rebound” tra gli psicologi e le psicologhe

Silvia Tedone racconta di un seguito crescente di colleg* che <<più che seguirci, hanno lavorato insieme a noi, per la costruzione di ogni singolo evento>>. Lo PsicoAperitivo è stato lo scenario di incontri professionali di valore, che hanno permesso di cogliere i tanti modi diversi in cui è possibile fare questo lavoro, efficace anche per merito di questa molteplicità.

Però anche resistenze e paure - aggiunge Elisabetta Vaira- che ricorda simpaticamente qualche prima reazione: “Analizzate la gente durante l’aperitivo? E’ una seduta di gruppo?”.  Dimensioni queste che <<pur facendoci sorridere, sottolineano l’importanza del lavoro che stiamo portando avanti e la necessità di diffusione di una cultura psicologica>>.

Perché lo PsicoAperitivo in fondo- dice ancora Elisabetta- <<riflette i medesimi stereotipi e pregiudizi a cui è soggetta la stessa figura dello psicologo>>. Si pone senz’altro però come modo nuovo ed efficace per fronteggiare meccanismi di questo tipo, attraverso la preziosa possibilità di rivolgersi a una collettività.

 

 

La valigia e il sogno

<<un’esperienza così nessuna di noi se l’aspettava inizialmente. Partendo dallo zero e non avendo fondamentalmente idea di come si sarebbe evoluto il tutto, quello che ci ha stupito molto inizialmente è stato il crescere del nostro pubblico e dell’interesse>> Silvia Tedone racconta di una valigia che contiene non soltanto la presenza di un pubblico vasto, ma una dimensione di affetto e uno spirito di collaborazione molto ampio e sempre più apprezzabile nel corso del tempo.

Di certo è sull’onda di questo movimento di incontro, di scambio e di rete che oggi ad essere intervistate sono proprio loro, che in questi quattro anni hanno parlato poco di loro stesse, rivolgendosi agli altri e al nuovo, e che meritavano il mio “tributo alla band” e un giocoso cambio di ruolo.

Di certo lo PsicoAperitivo continuerà ad esserci nelle serate torinesi, magari aprendosi anche ad altri luoghi di aggregazione e di incontro. Il sogno, raccontato da Elisabetta Vaira, è quello di trovare un posto in Festival culturali e iniziative di questo genere, anche non a impronta psicologica.

 

Il mio augurio è che questo possa davvero accadere, perché -concordando in pieno con quanto ho respirato in questo dialogo d’ispirazione- la psicologia può essere la lente con cui leggere gli umani fenomeni.

Invito quindi tutti i lettori e le lettrici di Blog. a connettersi con i social di PsicoAperitivo e osservare più da vicino sogni e progetti di Elisabetta, Cristina e Silvia.